La critica in generale concorda nel riconoscere a William Girometti «eleganza compositiva» (Vitali 1974), «sensibilità cromatica» (Turchese 1974), «impeccabile tecnica» e «padronanza della forma» (Magistretti nov. 1974), unite alla valenza contenutistica espressa attraverso l’«interessante fusione fra l’ironia e la polemica» (Donini 1973), che solo apparentemente sfocia nel pessimismo. Tale concetto è stato espresso anche da altri critici, ad esempio Vitali 1973.
Allo stesso modo i critici concordano nel rimarcare come quella di William Girometti sia un’arte ricca di contenuti “di carattere pittorico e sociale” (Magistretti 1975): “un surreale che nulla lascia alla superficialità, ma che si àncora ad una sincera e profonda interpretazione filtrata dal sentimento che sollecita la meditazione” (Magistretti sett. 1974).
«Girometti ha scelto un linguaggio difficile per esprimersi, interessante a leggersi, profondo da meditare. Prescindendo dalle immagini di un realismo simbolico, il visitatore riuscirà a captare il fascino di una tematica mirabilmente concretizzata, in virtù dei suoi particolari mezzi comunicativi» (Cané 1970).
«Elegante nella strutturazione dell’immagine, felice nella dimensione cromatica, l’Artista riesce a creare una interessante fusione fra creatività e cultura raggiungendo rilevante espressività» (Donini 1973).
«Dalla recente produzione dell’Artista emerge una costante tensione che nasce dall’esigenza di puntualizzare la realtà umana circostante, frazionata nei suoi aspetti più vivi e più scottanti. Egli riporta sulla tela la problematica morale, sociale e culturale dell’uomo contemporaneo, ne sottolinea i difetti e le debolezze ironizzando spesso sui falsi idoli, dallo stesso creati» (Turchese 1974).
«Di non facile lettura a prima vista, le opere di Girometti divengono intuibili solo che ci si soffermi ad un intervento di ricerca e di riflessione» (Magistretti 1975); ciascuna di esse si evidenzia per la profondità di indagine che non esclude atteggiamenti filosofici, mai astratti, ma sempre congiunti con la realtà sociale che tutti ci investe. L’Artista dunque é impegnato nel vivo problema dell’uomo d’oggi in lotta con la realtà del proprio tempo» (Magistretti nov. 1974).
«Girometti é noto per una interessante produzione artistica in cui surrealismo e denuncia sociale si fondono per dare luogo a composizioni stimolanti» (Informazione Arte 1976).
Alcune recensioni evidenziano sia l’efficace elaborazione degli insegnamenti di André Breton, sia il richiamo a René Magritte, con cui in particolare l’Artista ha in comune «l’inconsuetudine delle immagini» e «gli inganni visivi» sicuramente raggiunti anche attraverso la pratica al trompe-l’œil (Cavallari, 1973).
Un indiretto accostamento con il surrealismo belga viene formulato dallo scrittore ferrarese Flavio Bertelli: «Non sono immagini oniriche le sue, o fantasiose o astruse, realizzate in maniera per un puro gusto estetico, ma sono figure simboliche di natura esistenziale che, specchiate e rispecchiate sopra un cosciente pessimismo, rimandano la sua immagine, uguale e diversa, in un susseguirsi di inquadrature catalizzate tutte dentro una mistura di pensierosa ironia» (Bertelli 1975).
Sui rapporti di Girometti con il surrealismo più di un critico sottolinea come l’adesione ad una corrente pittorica non abbia impedito all’artista di esprimersi in maniera originale, esternando il «contenuto del suo pensiero» e dando prova di una «personalità inconfondibile»: «un artista che ha identificato nel surrealismo la più rispondente tra le forme espressive», dimostrandosi «un validissimo prosecutore» di un movimento nato come «propugnatore di un sostanziale rinnovamento interiore, atto a migliorare la natura stessa di una società» (Turchese 1974 e 1976).
Il surrealismo rappresenta per William Girometti la «lingua più congeniale ad esprimere osservazioni, pulsioni, riflessioni»: «una personalità e un discorso d’impegno che sostengono uno stile, anziché esserne sostenuti» (Morini 1980). In sostanza l’Artista opera il «recupero del surrealismo non ripreso passivamente, bensì sentito come forte stimolo grazie al quale la fantasia riesce a far valere i propri diritti» (Vitali 1979).
«Surrealismo e messaggi in chiave metafisica sono matrici della pittura di W. Girometti, che é autore di complesse tele risolte con notevole abilità tecnica e coloristica. I fantastici scenari dove si muovono i suoi personaggi contengono diversi tipi di distinguibili messaggi per simboli e irreali rappresentazioni» (“Il surrealismo di Girometti”, Gazzetta di Modena, 19 febbraio 1975).
Una «vasta cultura umanista» (Turchese 1974) «rappresenta l’elemento indispensabile per meglio realizzare se stesso senza mai cadere in compiaciuti intellettualismi» e fornisce «spunti classici a nuove invenzioni semantiche del tratto» (Vitali 1979); insieme a «un’evidente regola di moralità» costituisce inoltre la base per un «incessante lavoro di osservazione e di ricerca» (Turchese 1974): le «tele sono il risultato della presa di possesso della coscienza, come dice lo stesso pittore», un uomo che «ha scavato tenacemente dentro se stesso alla ricerca dei propri mezzi e delle sue specifiche tendenze naturali» (Morini 1980).
Diversi critici ricercano l’interpretazione di alcune opere in particolare, sempre sottolineandone la «non facile lettura» e la «profondità di indagine» (Magistretti nov. 1974), oltre alla categorizzazione dei temi trattati in generale: dai temi di «natura esistenziale e di lirica ispirazione» (Turchese 1974), ai «temi di ordine sociale ed ecologico» (Grimaldi 1973).
Nella grafica «il tema ispiratore della infanzia soprattutto, e della donna intesa come soggetto umano, è intrecciato a metafore» (Morini 1980); si evidenziano da un lato la «raffinatezza di certi strumenti musicali dai cui squarci emergono con pudica discrezione enigmatiche figure infantili», dall’altro la «costante presenza del motivo del fanciullo assunto dall’artista a simboleggiare la speranza di un futuro migliore» attraverso la «continua rigenerazione biologica e sociale» (Vitali 1979).
Un punto di vista particolare viene proposto da Gian Mario Olivieri, direttore di Praxis artistica, per il quale «le allusioni letterarie nel campo figurativo, le relazioni intellettuali e le citazioni classiche, i colori vivi e sensibilizzati» accostano William Girometti al realismo fantastico, insieme a quegli artisti che lavorano «ad un concetto ideale» e fanno «uso cosciente del proprio mezzo per realizzarlo». Per Girometti, in particolare, «è importante soprattutto lo spirito arguto nei giochi di parole, l’effetto alternante tra contenuto e titoli del quadro; le associazioni intellettuali di idee che mettano in moto l’attività mentale dell’osservatore sono i mezzi preferiti. Egli fa uso allo stesso tempo di scoperta ironia e comicità satirica» (Olivieri 1978).
Bibliografia di riferimento
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Giornali e riviste
che hanno pubblicato fotografie e recensioni
Abendzeitung – edizione di Monaco di Baviera, febbraio 1976
Adige Panorama – rivista trimestrale, 29.12.1979
Album – rivista semestrale
Alla Ribalta – rivista quindicinale, 5.12.1973/15.7.1979
L’Amico libro – rivista mensile, 7-8-9.11.1975
L’Arco – rivista mensile di lettere, arti e informazioni, maggio 1974
Arte Rama – rivista mensile, gennaio 1974
Artis – rivista mensile
L’Avvenire – edizione di Bologna, 27.12.1973
Al Biassanot – rivista settimanale, 1973
Carlino Sera – edizione di Bologna, 23.11.1973
Civiltà – rivista mensile, 15.9.1979
Deutsche Zeitung – edizione di Monaco di Baviera, febbraio 1976
Euro Arte – rivista mensile, marzo 1976
Il Fauno – rivista mensile, dicembre 1974
La Gazzetta di Modena, 19.2.1975, 19.6.1979
Il Giornale di Bologna – rivista mensile, 3.7.1979
Il Giornale di Varese – edizione di Varese, 4.9.1974/20.11.1974
Informazione Arte – rivista quindicinale, Torino 29.2.1976
Münchner Merkur, febbraio 1976
La Nazione – edizione di Firenze, 1.12.1974
La Nazione – edizione di Carrara, 26.4.1975, 3.5.1975
Praxis Artistica – rivista mensile, ottobre 1978
Qui Bologna – rivista quindicinale, 29.11.1973
Il Resto del Carlino – edizione di Bologna, 12.12.1979
Il Resto del Carlino – edizione di Modena, 26.2.1975/4.2.1981
Simpatia e Amicizia – rivista bimestrale, 15.1.1979
Sorrisi e Canzoni T.V. – rivista settimanale
Torino Arte – rivista mensile, 20.2.1976
L’Unità – edizione di Bologna, 29.11.1973
La voce di Ferrara – rivista settimanale, 1974
Annuari d’arte
che hanno pubblicato fotografie, recensioni e quotazioni
L’Arte contemporanea in Emilia-Romagna, Due Torri, Bologna, edizione 1974
Catalogo nazionale Bolaffi d’Arte moderna, Bolaffi, Torino, edizione 1975
Internationaler biographischer Index = world biographical index, K.G. Saur Eletronic Publishing, München, Scheda online I246-819-3
Pittori e Pittura Contemporanea, Il Quadrato, Milano, edizione 1974
Pittori e Pittura Contemporanea, Il Quadrato, Milano, edizione 1975
L’Arte contemporanea in Emilia-Romagna. Catalogo regionale d’arte moderna, Due Torri, Bologna, edizione 1975
Altri organi d’informazione
che hanno recensito e intervistato l’Artista sia in video che in audio
RAI – Sede di Bologna – 04.12.1973
RAI – Sede di Bologna – 24.02.1975
T.V. – Sede di Modena – 28.02.1975
RAI – Sede di Bologna – 12.08.1975
ARD T.V. – Sede di Monaco di Baviera – 24.02.1976
Radio Bologna 101 – Bologna – 26.08.1976
RAI – Sede di Bologna – 31.12.1976
TELEZOLA – Zola Predosa – 27.07.1977
TELEZOLA – Zola Predosa – 1979
RAI – Sede di Bologna – 01.12.1979
RAI – Sede di Bologna – 31.01.1981